Ritiro sociale
Il ritiro sociale è una condizione molto invalidante per un adolescente che si trova ad affrontare il processo di costruzione dell'identità, anche attraverso il confronto con il gruppo dei pari e con la messa alla prova delle proprie competenze a scuola.
Si tratta di un fenomeno attualmente sempre più diffuso, accentuato dalla pandemia, che consiste nella tendenza a isolarsi dai propri coetanei e a rifiutarsi di frequentare la scuola.
La sofferenza dei ragazzi che decidono di autorecludersi si può esprimere in diversi modi, tendenzialmente si riscontra una sintomatologia ansiosa che si esprime la mattina, quando arriva il momento di recarsi a scuola. Spesso capita che si verifichino emicrania, disturbi gastrici di origine ansiosa o attacchi di panico che non permettono di varcare la soglia di casa.
Questo comportamento è causato da quella che si può definire “fobia dello sguardo”, ovvero la paura di essere visti e giudicati dall’altro, sia da parte del gruppo dei pari, sia da parte del mondo degli adulti.
Viene sperimentata un’inadeguatezza rispetto alla performance richiesta a scuola e piuttosto di mettersi alla prova in un compito che si potrebbe fallire, si decide di ritirarsi da questo, proteggendosi dalla frustrazione che potrebbe derivare da una cattiva riuscita. Tendenzialmente, alla base di ciò, si riscontrano degli ideali molto elevanti, che rasentano la perfezione, e che sono in contrasto con i possibili fallimenti che la vita inevitabilmente mette sulla strada di ciascuno.
Il ritiro sociale negli adolescenti può avere conseguenze negative sulla loro vita sociale, emotiva e psicologica, in quanto limita la possibilità di sviluppare competenze sociali e di costruire relazioni significative con gli altri. Inoltre, l'isolamento può aumentare il rischio di depressione, ansia e altri disturbi emotivi, peggiorando la qualità della vita dei giovani.
È importante cogliere i segni di disagio legati a questa condizione e intervenire, chiedendo il supporto di professionisti che non solo prendano in carico il ragazzo, ma facciano anche da tramite con la scuola. Infatti, è importante che il corpo docenti comprenda la situazione e che, almeno nella fase di reinserimento nella classe, eviti interrogazioni e verifiche, ma si concentri su aspetti più relazionali, mostrandosi accogliente. Anche mantenere un legame con i compagni è un aspetto degno di nota, affinché il ragazzo che decide di auto-isolarsi non si senta dimenticato, ma piuttosto capisca che anche i suoi compagni aspettano e sperano in un suo rientro. Il ritiro sociale è caratterizzato da una vera e propria fobia scolare, quindi colpevolizzare il ragazzo per questa difficoltà è controproducente. È una condizione che può preoccupare molto i genitori, che possono sperimentare sentimenti di impotenza, per questo, se necessario, verrà pensato anche un percorso per il loro supporto.
Per prevenire il ritiro sociale negli adolescenti, è importante che i genitori, gli insegnanti e gli operatori sanitari prestino attenzione ai segnali di allarme, come la tendenza a isolarsi. Inoltre, è importante incoraggiare gli adolescenti (senza farlo vivere come un obbligo) a partecipare a attività sociali, come le attività sportive, i club o i gruppi giovanili, che possono aiutarli a sviluppare competenze sociali e a costruire relazioni significative con i coetanei. Inoltre, i genitori e gli insegnanti possono aiutare gli adolescenti a sviluppare la loro autostima e a rafforzare la loro fiducia in se stessi, offrendo supporto, incoraggiamento e opportunità per esprimere i loro interessi e le loro passioni.
Ritiro sociale e uso del web
Molti giovani che decidono di autorecludersi spendono molto tempo sul web, a tal punto che spesso la dipendenza da internet viene individuata come causa del ritiro.
Non è così: piuttosto i giochi online o la navigazione su internet diventano l'unico mezzo che il ragazzo ha per mantenere un legame con la realtà al di fuori della propria stanza.
Tuttavia, non solo i ragazzi ritirati fanno un uso massiccio di internet, ma anche chi non presenta difficoltà su questo versante. Ormai la navigazione sul web è diventata parte integrante della vita di ogni adolescente e l'uso dei social è all'ordine del giorno. Pertanto, più che proibire il loro utilizzo, sarebbe necessario promuoverne un uso consapevole. Partendo da questo obiettivo nasce "Navigare consapevoli", un sito che vuole affiancare i genitori nell'educazione dei ragazzi rispetto alla navigazione online. Clicca QUI per saperne di più!